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San Carlo nasce a Milano nel 1936 grazie a Francesco Vitaloni insieme alla moglie Angela che possedevano una rosticceria in via Lecco 18, chiama San Carlo come la vicina chiesa di San Carlo al Lazzaretto. Nel negozio si frigge di tutto, dal pollo alla verdura. Particolare successo hanno le patatine croccanti che i coniugi Vitaloni distribuiscono poi ogni giorno anche ai bar della zona. La produzione è tale (20 chili di patatine al giorno) da dover trasferire l’attività nel 1940 nel quartiere di Greco, in locali più ampi.Negli anni cinquanta il figlio di Francesco, Alberto Vitaloni, prende la guida dell’azienda. Viene ampliata la gamma dei prodotti anche agli snack salati, pani e dolci. Nel 1970 la società, inizialmente chiamata “San Carlo… le patatine”, prende il nome di “San Carlo Gruppo Alimentare”. La sede centrale è portata in via Turati, sempre a Milano, e viene estesa la rete distributiva. Nel 1988 inizia anche l’espansione in Europa attraverso una serie di acquisizioni: dapprima Irpa in Francia, nel 1989 Aperitivos Españoles in Spagna, nel 1990 Gardail e Painsol di nuovo in Francia, nel 1991 Tucker in Gran Bretagna e Soprex in Francia, nel 1992 Highlander in Gran Bretagna e Crespan in Spagna. Nel 1992, dopo aver dato vita a Unichips Finanziaria, la holding di controllo delle partecipazioni del gruppo, acquisisce dalla Pavesi di Novara, facente parte del gruppo IRI, il marchio aziendale Pai,[2] controllando il 70% del mercato delle patatine. L’Antitrust darà il via libera all’intesa. Nel 2000 sono aperte nuove linee: Wacko’s chips e snack per bimbi, Autentica Trattoria (chips e bakery), Vivalia (linea chips dedicata all’area benessere). Nel 2011, in occasione dei 75 anni della società, entra in azienda anche la terza generazione dei Vitaloni, Susanna, figlia di Alberto. Nel 2014 altre linee: Più Gusto, Lime e Pepe Rosa, La Rustica. Nell’ottobre 2015 Alberto Vitaloni è colpito da un ictus. Il 18 marzo 2016 dona a ciascuno dei tre figli (Susanna, Francesco, Michele) tre identiche quote del 15% di Unichips Finanziaria legate da un patto di sindacato. Il 21 ottobre 2016, un mese dopo la morte della moglie Laura, Alberto dona a Susanna la proprietà di un ulteriore 35,04%, dandole così il controllo della holding e designandola di fatto come erede alla guida del gruppo, una decisione che ha dato vita ad un contenzioso legale da parte degli altri due fratelli.[1]

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